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186 I DINTORNI DI FIRENZE.

struivano per lui il sontuoso palazzo di Via S. Sebastiano. La villa della Pietra appartenne e servì talvolta di dimora all’illustre Marchese Gino Capponi ultimo di un ramo di questa famiglia, il quale morendo la lasciava ai nipoti Marchesi Incontri.

La Pietra o Montughi. - Villa Ruspoli di Sueca. — La famiglia ricchissima de’ Minerbetti che aveva le sue case nella Vigna Nuova e che più tardi acquistò il palagio de’Bombeni da S. Trinità, possedeva fin dalla seconda metà del XIV secolo questa villa. Fu di Andrea Minerbetti valoroso capitano e ambasciatore della repubblica e Giovanni di lui figlio, che fu bene affetto di Papa Eugenio IV la lasciò nel 1441 per testamento allo spedale di S. Maria Nuova. Però i Minerbetti non vollero rinunziare a questa loro bella e gaja dimora campestre e nel 1496 Tommaso d’Andrea la prendeva a fitto dallo spedale ed i successori di lui più tardi ne facevano nuovamente acquisto. Dai Minerbetti passò nei Santini di Lucca. E una delle più belle ville dei colli di Montughi e sorge in mezzo ad un giardino che un viale ombroso collega alla Via Bolognese.

La Pietra. - Villa Guicciardini. — Fra la Via Bolognese e la strada che dalla Pietra conduce a Montughi è questa elegante villa che fin da’ primi del xv secolo apparteneva, insieme ad altri beni posti su questi colli, alla famiglia Strozzi. I fratelli Arcidiacono Luigi e Senatore Alessandro Strozzi la vendevano il 1° Dicembre del 1690 al Conte Carlo De’ Bardi e dai successori di lui passò per eredità nei Conti Guicciardini che ne sono tuttora proprietarj. Nel 1857, prima di fare il suo ingresso solenne in Firenze, fece sosta in questa villa il Pontefice Pio IX.

La Pietra. - Villa Finaly. — Questa villa grandiosa, era posta già lungo la via Bolognese a sinistra di chi viene da Firenze, mentre oggi per uno spostamento della strada si trova dall’apposto lato, circondata da un ampio e vago giardino. Essa è di origine assai antica ed appartenne fin dagli ultimi del XIV secolo alla celebre famiglia Giugni dalla quale l’acquistava nel 1470 Agnolo di Jacopo Tani che la dette in dote alla figlia Francesca moglie di Antonio d’Antonio Da Rabatta del gonfalone Lion d’oro.