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204 I DINTORNI DI FIRENZE.

Borgo di Pratolino — È un piccolo borgo che occupa il punto più elevato della Via Bolognese che di qui comincia a discendere nella valle del torrente Carza per dirigersi verso il Mugello. È un luogo di fermata per i numerosi carri e barrocci che vanno a Firenze ed ebbe una speciale importanza quando nella vicina villa suolevano villeggiare i Granduchi di Toscana.

Sul pittoresco prato a settentrione del borgo i Granduchi eressero una piccola cappella dove si celebravano le funzioni sacre per comodo degli abitanti, troppo lontani dalla chiesa parrocchiale.

Pratolino. - Villa Demidoff. — Un piccolo prato che stendevasi in mezzo a fitte boscaglie dinanzi ad una villa degli Orlandini, dava il nome a questa località della quale si trovano memorie antichissime. Nel 1535 la villa di Pratolino dagli Orlandini passò a Vincenzo Tarchi e morto lui, l’ebbe Benedetto Uguccioni che il 15 settembre 1568 la vendeva colle annesse terre al Granduca Francesco I De Medici, il quale volle farne uno splendido soggiorno per la sua Bianca Cappello.

Bernardo Buontalenti, architetto favorito di casa Medici, ebbe l'incarico di decorare la villa di Pratolino di un parco dove alle bellezze naturali si unissero tutti gli artifizj più mirabili del genio umano. E il Buontalenti non esitò a contentare il gusto del sovrano, facendo di Pratolino il più splendido luogo di delizia che mai potesse immaginarsi.

Vi costruì un laberinto, una grotta con un bagno; nel bosco eresse una magnifica cappella esagona con portico attorno di quattordici colonne di pietra, sormontata da una cupoletta di piombo. Dinanzi al palazzo e al disotto di un gran prato, scavò una quantità di grotte l’una all’altra unite, e mirabili per gli adornamenti in madreperla, in cristalli, in marmi, per la ricchezza delle statue e pitture, pei giuochi d’acqua che v’erano da ogni parte, per le apparizioni strane e per tanti altri curiosi ed originalissimi artifici che mai s’erano per lo innanzi veduti. E nel parco aggiunse di più grandi giuochi e cascate d’acqua, e varj laghi sopra uno dei quali fu costruita la statua colossale dell’Appennino, opera di Gian Bologna. Il lavoro della villa