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Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/249

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BARRIERA DEL PONTE ROSSO. 207

più cospicue famiglie e tuttora framezzo ai campi ubertosi ed ai giardini fioriti di questo colle, sorgono innumerevoli, eleganti e comodi fabbricati, poiché la bellezza del luogo e la breve distanza dalla città contribuiscono a render questa una delle villeggiature preferite.

Di parecchie delle ville di Montughi, abbiamo discorso percorrendo la via Bolognese; qui fra le tante ricorderemo le più importanti che si trovano lungo le vie di Montughi e di S. Marta.

Gli Ancipressi. - Villa Fabbriconi. — Sulla dolce pendice dei colli di Montughi, sorge questa elegantissima villa che, colla sua ricca facciata ed il suo splendido giardino a diversi ripiani, adorno di cascatelle, di fontane, di grotte, e di statue prospetta la via Vittorio Emanuele. Fin dal XIV secolo fu della famiglia Boninsegni che aveva le sue case in Firenze sulla piazza vecchia di S. Maria Novella e che le possedette fino all'anno 1525. Il 24 maggio di quell’anno da Alessandra e Gostanza di Lionardo Boninsegni la comprava Girolamo di Zanobi Del Maestro Luca, d’una famiglia che ebbe cappella in S. Trinità presso la quale sorgevano le sue case. Poco dopo, nel 1530, egli la rivendeva ad Alessandro Strozzi e da quell’epoca fino XIX secolo restò in possesso del ramo di quell’illustre famiglia che si disse dello Strozzino. Nel 1823 fu venduta alla famiglia inglese Wight, poi fu dei Marchesi Zambecari, quindi del celebre tenore Mario Tiberini e finalmente dei Conti Fabbricotti. La riduzione della villa all’aspetto presente, sul disegno dell’architetto Vincenzo Micheli, devesi ai proprietari attuali i quali riordinarono pure il sontuoso giardino e vi posero attorno l’artistica cancellata. Ospite del Conte Fabbricotti, la Regina Vittoria d’Inghilterra dimorò in questa villa nella primavera del 1894.

Chiesa di S. Martino a Montughi. — Sorge all’estremità meridionale del colle che con lieve inclinazione discende verso il piano di Firenze. La tradizione la dice edificata dalla famiglia Ughi della quale si vede tuttora lo stemma sull’alto della facciata; ma la sua fondazione è troppo remota perchè si possa accertare la veridicità dell’affermazione. Certo gli Ughi ne ebbero costantemente il patronato