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12 | I DINTORNI DI FIRENZE. |
luogo come sua patria. Difatti mentre egli si sottoscriveva Benedetto quondam Bartolommeo da Pistoja, tutti lo chiamavano Benedetto da Rovezzano.
A Rovezzano nacquero Pietro di Bartolo scultore morto nel 1443, Domenico di Giovanni detto Rossello valente scultore morto verso il 1460, Salvi d’Andrea di Domenico Barili scultore che dal 1438 fino al XVI secolo fu capomaestro della chiesa di S. Spirito e Giovanni da Rovezzano pittore allievo di Andrea del Castagno.
Rovezzano non fu soltanto un piccolo centro di artisti valenti, ma ebbe anche un importanza commerciale, giacché le acque dell'Arno, che gli passa a breve distanza, ponevano in movimento grandiose e numerose gualchiere d’arte della lana. Dei due gruppi di mulini che sussistono ancora, quello che resta più verso Firenze apparteneva fino da tempo remoto ai Cerchi, poi passò in parte ai Magalotti che nel 1352 cederono i loro diritti agli Albizzi che erano già in possesso d’un quinto di cotesto edifizio.
Gualchiere e Mulini di Rovezzano. — Presso S. Andrea a Rovezzano, dove oggi sono i Mulini Wital, era un grande edifizio che serviva tanto alla macinazione dei cereali, quanto ad uso di gualchiere. In antico apparteneva agli Albizzi, poi, quando un ramo della famiglia si separò per assumere il cognome di Alessandri, gualchiere e mulini passarono ad esso e per lungo tempo rimaso all’ampio fabbricato il nome di Gualchiere degli Alessandri.
Tabernacolo. — Sulla piazza del borgo di Rovezzano è un tabernacolo nel quale Marcantonio Franciabigio dipinse Gesù crocifisso, la Madonna e S. Giovanni Evangelista.
Chiesa di S. Michele Arcangioio a Rovezzano. — É la parrocchia del borgo principale che fu già capoluogo della Comunità. Antica d’origine, poco o nulla serba della sua primitiva struttura, dopo la riduzione totale fattane nel 1840 dal parroco De Angelis. Il portico esterno del XVII secolo è di buone proporzioni. La porta, di bella architettura del xvi secolo, fu fatta fare dalla famiglia Bartolini-Salimbeni ed è probabile che essa si valesse dell’opera di Baccio d’Agnolo che riedificava appunto