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BARRIERA ARETINA. 13

la loro villa dei Pini posta nel popolo di S. Michele a Rovezzano.

Nell’interno, che ha carattere modernissimo, sono da osservarsi: una tavola del XIII secolo rappresentante la Vergine col bambino Gesù: ai lati del trono è raffigurata l’Annuziazione - e la pila dell’acqua benedetta semplice, ma elegante scultura del XVI secolo. Una croce dipinta di maniera Giottesca è nell'annessa Compagnia di S. Agostino.

Sulla facciata della Canonica, verso il borgo, è dentro un tabernacoletto, una piccola statua di S. Michele Arcangelo, opera di terracotta invetriata della maniera di Giovanni della Robbia.

Rovezzano o i Pini. — Villa dei Conti di Frassineto — È uno splendido luogo di villeggiatura nel quale le comodità e l’eleganza della vita moderna si associano ai ricordi ed alle tradizioni di un passato ricco di memorie importanti. In origine fu una delle preferite fra le case da signore che, sparse in varie contrade della Toscana, erano possedute dalla famiglia Cerchi, la quale ebbe tanta parte in quelle lotte delle frazioni che le procurarono esilii, confische di beni e rovine d’interessi. Un ramo de’ Cerchi, che per godere i pubblici uffici, rinunziò all’antico titolo di grandi ed al cognome, facendosi di popolo e chiamandosi Riccardi, fu quello che possedette la villa de’ Pini, così detta forse dagli alti pini che le procuravano ombre gradite. L’ebbero i Cerchi fino al giorno 2 aprile del 1493 in cui Andreuola donna fu di Francesco de’ Cerchi e Ludovico di lei figlio la venderono a Barlolommeo di Lionardo Bartolini.

Zanobi Bartolini, amantissimo dell’arte, l’ebbe carissima e dal suo architetto favorito, Baccio d’Agnolo, al quale già aveva fatto edificare il palazzo in Piazza di S. Trinità ed il casino in Valfonda, la fece completamente ricostruire. Egli l'adornò di molte opere d’arte e di ricche decorazioni e per la parte di legname si valse, come dice il Vasari, dal valentissimo intarsiatore Nanni Unghero.

I Bartolini Salimbeni possedettero la villa fino al secolo ora scorso; ma dell’aspetto dell’antica villa, che vedesi riprodotta nella collezione d’incisioni dello Zocchi, non re-