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Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/305

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BARRIERA DEL PONTE ALL’ASSE. 263

Panche servì per lungo tempo ad uso di villa ed ebbe per primi possessori i Giugni che molti altri beni ebbero qui attorno. Francesco di Antonio Giugni vendè nel 1488 la casa e il podere annesso a Ridolfo Lotti il quale acquistò poco dopo anche un podere dai Lapi. Michele di Carlo Strozzi comprò questi beni nel 1532 ed i successori di lui li rivenderono nel 1746 a Filippo Maria Martini del Gonfalone Chiavi. Da questo Martini le Monache di S. Martino in Via della Scala che da parecchi secoli erano padrone di terreni alle Panche, acquistavano la villa e i due poderi.

Nel 1788 i deputati ed operai sopra il patrimonio del soppresso monastero di S. Martino assegnavano questi beni alla congregazione delle Minime Ancelle del nobil ritiro della Quiete e da quel tempo la vecchia villa delle Panche serve ad uso di casa d’amministrazione della fattoria posseduta da quel R. Conservatorio.

Le Panche. - Casa Guasconi. — In origine fu piccola casa da signore con podere annesso che nel 1427 era di un Benedetto di Luigi Bianciardi sensale. Girolamo di Jacopo di lui nipote la donava nel 1490 ad Andrea di Bernardo Carnesecchi e pochi anni dopo passò a Lorenzo Centellini. Da questi la compravano nel 1503 Raffaello e Lorenzo di Francesco Ruspoli i quali fecero ridurre la villa sulla quale si vede sempre il loro stemma. Diversi fratelli e sorelle Ruspoli lasciarono la villa ed altri loro possessi in eredità a varj monasteri della città ed in particolar modo a quello di S. Orsola. La villa delle Panche fu acquistata nel 1644 da Anton Maria e Jacopo di Piero Minacci e nel 1719 rivenduta a Gaetano di Giuseppe Lumachi che nel 1758 la lasciò in eredità alla moglie Maria Rossi.

Le Panche. - Villa Guasconi. — Era fin da’ primi del XV secolo dell’illustre famiglia Giugni la quale possedè questa villa con diversi poderi annessi, fino al 10 febbrajo del 1652 in cui Jacopo di Raffaello la vendè a Lorenzo di Forese Salviati. Pochi anni dopo, nel 1688, i Salviati la rivendevano ad Ottavio Guasconi e la famiglia de’ Marchesi Guasconi n’è tuttora in possesso.