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Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/313

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BARRIERA DEL PORTE ALL’ASSE. 271

quest’occasione, vennero dall’ex-monastero di Ripoli, ridotto ad uso di caserma, trasportati alla Quiete parecchi importanti oggetti d’arte che ora costituiscono una ricca collezione disposta in una galleria che ha il soffitto dipinto da Giovanni da San Giovanni.

La chiesa ampia ed elegantemente decorata fu eretta nel 1686 dalla Granduchessa Vittoria Della Rovere. Nel coro, vedesi un bel quadro di Matteo Rosselli: agli altari figurano una Trinità del Curradi, una Pietà del Volterrano, una Madonna del Barocci ecc.; il soffitto è dipinto dal Meucci. Merita pure attenzione il ricco monumento onorario di Vittoria Della Rovere, scultura in marmo del XVII secolo.

Il Melarancio. - Casa del R. Conservatorio della Quiete Insieme a diversi poderi, la famiglia Pecori possedeva la casa da signore che fin dal XV secolo portava il nome di Melarancio. Dai Pecori passò nei Salvetti e Cassandra vedova di Bernardo la lasciò al Monastero di Boldone. La villa fu ridotta allora ad uso di casa colonica e soppresso quel monastero venne insieme al podere assegnata alla Congregazione delle signore Montalve della Quiete.

Quarto. - Villa Razzi. — Di moderna costruzione, questa villa fu prima Salvadori, poi appartenne al Prof. Pietro Dazzi letterato valente e benemerito fondatore delle scuole del Popolo il quale vi morì improvvisamente il 3 settembre del 1896. In onore del benemerito cittadino un comitato di amici e colleghi fece collocare una lapide sulla facciata della villa e il Comune di Sesto intitolò dal di lui nome la strada che si diceva già Via Nuova.

Il Gioiello o Belgiojello. - Villa della Casa Reale. — La famiglia Buongirolami, venuta da Perugia a Firenze dove acquistò autorità e potenza, possedeva fin da’ primi del XV secolo questa casa di campagna che fu gradita dimora di Messer Giovanni e del figlio Bernardo i quali ebbero parte eminente nel governo della Repubblica. Quest’ultimo la vendè nel 1481 a Marcello ed ai fratelli figli di Lionardo Vernacci da quali l’acquistò nel 1496 Alessandro Pandolfini. Nel 1547 la comprò Niccolò Stagnesi per rivenderla poco dopo a Giovanni di Niccolò