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Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/381

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BARRIERA DEL PONTE ALL'ASSE. 331

Poco oltre, verso tramontana trovasi

Macia. — È un piccolo borgo sparso, o meglio un villaggio posto nella pianura, parte nel popolo di S. Maria a Novoli e parte in quello di S. Stefano in Pane. Il nome di questa località è antichissimo, trovandosi ricordato già in documenti del XII secolo. Cospicue famiglie fiorentine ebbero fin da tempo remotissimo possessi in questa località e fra le altre ricorderemo i Sassetti, i Davizzi, i Soldani, i Lippi, i Della Badessa, gli Agli, i Giachinotti ecc.

Macia o I Lippi. - Villa, oggi casa Rucellai. — Dalla famiglia dei Lippi-Neri o Lippi di Dinozzo, che abitava, nel popolo di S. Felice in Piazza, ebbe nome questa località dove la famiglia acquistò in più epoche diversi possessi. Uno dei più antichi è appunto questa villa che porta i loro stemmi e che conserva tuttora i caratteri di un elegante edilizio del XVI secolo. Filippo di Simone Lippi l’aveva acquistata da Piero di Simone Bartoli nel 1470 e la di lui famiglia che la ridusse alla forma presente la possedette fino alla sua estinzione. L’Abate Lucalberto di Jacopo Lippi che fu l’ultimo della famiglia, lasciò nel 1755 con varj oneri la sua eredità a Giulio di Paolo Bucellai ed i Rucellai posseggono tuttora la villa ridotta oggi a quartieri d’abitazione.

Il Tabernacolo del Lippi. — Isolato in mezzo al quadrivio formato dalle strade che s’incrociano dinanzi all’antica villa dei Lippi, sorge una piccola cappella che all’esterno presenta i caratteri del XVIII secolo. In origine fu in quel luogo un tabernacolo, dove un pittore de’ tempi di Cimabue effigiò un’immagine della Vergine col bambino Gesù e più tardi, nel 1416, forse dalla famiglia Bartoli, padrona allora della villa poi de’ Lippi e de’ Rucellai, venne eretta la cappella che nelle sue interne pareti fu tutta decorata di affreschi. La tradizione perpetuata da un’epigrafe del 1716 attribuisce gli affreschi a Paolo Uccello, ma l’attribuzione non regge alla critica, giacché i dipinti sono evidentemente di tempo anteriore e si avvicinano per carattere alle opere dell’Orcagna e della sua scuola. Essi ritraggono le figure di varj santi fra i quali S. Giovanni Battista, S. Pietro,