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Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/389

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BARRIERA DI SAN DONATO. 339

vanni di Gerozzo. Successivamente passò nei Panciatichi e segui le sorti della maggior villa della Torre degli Agli.

Chiesa di S. Maria a Novoli. — Le prime notizie che si hanno di questa chiesa sono di data remotissima, perchè cominciano dall’XI secolo. Nel 1201 una terribile inondazione dell’Arno che invase questa pianura abbattè la chiesa la quale venne riedificata più tardi sopra ad un terreno di proprietà della Pieve di S. Stefano in Pane. Per tale concessione i Pievani chiesero di esser messi a parte del patronato di questa chiesa che fin da data immemorabile spettava all’antichissima famiglia Romaldelli; ma i vecchi patroni si opposero vivamente e nacque così una lite che si prolungò fino al 1358 e che fini con un accomodamento. Nel 1390 Francesco di Giovanni Romaldelli, morendo ultimo della famiglia, lasciò erede universale lo Spedale di S. Eusebio a Montajone ed allora nei diritti dei Romaldelli si sostituì l’Arte de’ Mercatanti che aveva l’amministrazione di quello spedale. La chiesa fu più volte restaurata e trasformata, sicché poche tracce soltanto conserva della sua primitiva struttura. Nella fabbrica domina ora il carattere architettonico del XVI e XVII secolo. Le decorazioni della porta sono del 1567, il portico esterno è del 1647. Antica è la costruzione del campanile a torre sormontato da una piramide. Di opere d’arte sono degne di nota: una tavola della scuola di Domenico Ghirlandajo rappresentante la Madonna in trono col bambino Gesù ed ai lati i Santi Pietro, Paolo, Jacopo e Antonio Abate; una tavoletta a fondo d’oro, colla Vergine e il bambino, di maniera Giottesca ed un crocifisso attribuito a Giambologna od alla sua scuola.

Un ricordo storico importante per questa chiesa è quello che essa fu nel 1473 concessa in benefizio al celebre filosofo Marsilio Ficino il quale ne ricevette l’investitura dalle mani di Filippo Sacromori dottore di decreti e vicario generale dell’arcivescovo di Firenze.

Novoli. - Villa Aruch. — Fu in antico villa degli Adimari che la possedevano nel XIV secolo, poi dei Pitti e quindi dei Frati della SS. Annunziata che forse se ne servirono ad uso di villeggiatura, avendo l’edifizio carattere