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356 | I DINTORNI DI FIRENZE. |
Le Sciabbie. — È un caseggiato che si distende a tramontana del borgo di Petriolo. In questa località, nel XV e XVI secolo, possedette un’antica casa la famiglia Ferrucci alla quale apparteneva il celebre capitano Francesco, il glorioso campione della libertà fiorentina.
Quaracchi. — Oltrepassato il ponte che traversa il Canale Macinante si trova lungo la via Lucchese questo borgo, attorno al quale sorgono diversi antichi casali. Di esso i ricordi sono remotissimi, trovando che se ne fa menzione in documenti del IX secolo. Anche l’origine del nome di Quaracchi è incerta. Chi lo dice corruzione di Aquariaculea, ossia anfore da acqua, chi di Claraeaquae, vale a dire acque chiare; certo esso ha origine dalle condizioni della località in antico palustre e continuamente invasa dalle acque dell’Arno e dei fossi che attraversano la bassa pianura. A Quaracchi ebbero antichi possessi gli Strozzi, i Pilli, gli Schiattesi, i Rucellai, gli Acciajuoli.
Chiesa di S. Pietro a Quaracchi. — Più remota di quella delle altre vicine è l’origine della chiesa di S. Pietro a Quaracchi della quale si trova un primo ricordo nell'anno 866; ma essa più delle altre ha subito i danni delle alterazioni de’ secoli successivi, talché oggi ha carattere moderno ed insignificante e conserva appena poche tracce della sua vetustà. Numerose famiglie si succedettero e si alternarono nei diritti di patronato su questa chiesa. Nel XIII secolo i Da Castiglione; nel 1371 i Pilli, nel 1399 gli Schiattesi da Peretola, nel 1418 i Dell’Antella, che lo cedono ai Corsini ed ai Pilli, e questi alla lor volta lo donano un’altra volta agli Schiattesi. Più modernamente, il patronato era dei Capponi. La chiesa per un periodo di tempo fece parte insieme coi suoi beni di una commenda dell’Ordine Gerosolimitano. Nel popolo di Quaracchi esisteva un monastero intitolato di
S. Luca a Quaracchi. — Di esso troviamo il ricordo che «il 26 aprile 1316 Antonio d’Orso vescovo di Firenze concede licenza alla Badessa di S. Luca a Quaracchi di unirsi con tutte le ragioni e pertinenze alle suore o recluse di Campo Corbolini e permette di vendere il luogo