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BARRIERA DEL PONTE ALLE MOSSE. 355

ridotta per ragioni di vetustà. Dinanzi alla chiesa è un’antica tettoja a guisa di portico, sorretta da svelte colonnette, eretta quasi a difesa degl’interessanti affreschi che adornano la parte inferiore delle pareti. Essi sono divisi in varj spartiti e rappresentano differenti soggetti: la Trinità, la Deposizione della croce, i Santi Niccolò di Bari, Bartolommeo apostolo, Jacopo apostolo e Cristofano. Sono opere della prima metà del xv secolo e ricordano la maniera di Bicci di Lorenzo. La porta adorna degli stemmi dei Pilli e del Popolo, è sormontata da una lunetta nella quale è un affresco della maniera dei Gaddi rappresentante la Madonna col bambino Gesù fra S. Biagio e S. Lucia. Questi affreschi che erano stati imbiancati, vennero scoperti e riparati nell’anno 1893.

L’interno della chiesa, a tre navate, ha carattere totalmente moderno. Vi si conserva una tavola della scuola di Fra Bartolommeo rappresentante la Madonna in trono col bambino ed ai lati S. Giovanni Evangelista, S. Niccola da Tolentino, S. Luca e S. Francesco d’Assisi. Vaghissimo pelle sue forme è un ciborio di marmo con eleganti figure di angeli, delicati ornati e cogli stemmi della famiglia Del Tovaglia. Esso ricorda la maniera di Desiderio da Settignano.

La canonica è ricca di belle decorazioni in pietra che portano gli stemmi dei Pilli e della famiglia Del Tovaglia alla quale appartenne forse qualche rettore della chiesa.

La Madonna del Terrazzo. — È un piccolo oratorio posto a breve distanza dal borgo di Petriolo. Fu in origine un tabernacolo dove un pittore della scuola dei Gaddi fresco la Vergine col bambino, due santi e due angioli. Nel XVI secolo il tabernacolo fu chiuso e ridotto a cappella della quale vennero dipinte anche le pareti. Oggi non vi rimane che il vecchio affresco assai danneggiato dall’umidità.

Nel popolo di Petriolo furono due antiche chiese delle quali oggi non si hanno più tracce. Una chiesa di S. Maria a Liccio che il Vescovo di Firenze, Lamberto, donò nel 1026 alla Badia di S. Miniato al Monte, alla quale la confermò il Vescovo Ildebrando; ed un Eremitorio fondato da una Mona Bella eremita in detto luogo e che è rammentato in un documento del 1308.