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Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/45

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BARRIERA ARETINA. 27

e ne abbiamo ricordo anche in un documento del 1395, essa era di patronato dei Donati e dei Compiobbesi, celebri e potenti famiglie che ebbero nelle vicinanze castelli, ville, mulini e beni di terra in gran copia. Come la maggior parte delle chiese di campagna, anche questa subì trasformazioni complete, talché oggi ha carattere moderno, nè serba tracce del suo originario aspetto. È ora di patronato Regio.

Palagio delle Falle. - Villa Di Colloredo. — Circondata da un ampio e bellissimo parco, sorge sulla cima di un piccolo colle questa villa che è certo una delle più grandiose e più eleganti de’ dintorni di Firenze. Oggi si chiama semplicemente le Falle dal nome di un vicino torrente: in antico si disse Palagio delle Falle.

In epoca remota fu qui un castelletto o casa turrita della famiglia Gubalducci, ma nel XIV secolo era già in possesso, con molti altri beni vicini, della celebre famiglia de’ Pazzi. Ma la fatale congiura contro Lorenzo e Giuliano de’ Medici, della quale furono promotori diversi di casa Pazzi, distrusse d’un tratto la potenza e la ricchezza di quella famiglia. Molti di essa furono uccisi a furia di popolo e tutti gli altri, meno pochi che alla congiura erano rimasti totalmente estranei, soffrirono l’esilio e la confisca de’ beni. In questi fu compreso il Palagio delle Falle, che era stato di Guglielmo De Pazzi e che passò sotto l’amministrazione degli Ufficiali de’ Ribelli. Nel 1539 Giovan Battista Nasi, dopo molte difficoltà e forse per il benevolo intervento di casa Medici, ottenne che gli fosse riconsegnato come dote di sua moglie Cammilla figlia d’Antonio di Guglielmo De Pazzi; ma lo tenne pochi mesi soltanto, perchè nell’anno successivo lo vendeva a Simone di Niccolò di Marco Del Nero. Il 9 agosto 1599, morta Lucrezia vedova di Simone Del Nero, passava nella figlia, Maria moglie di Alessandro di Filippo Guadagni e da quel tempo divenne proprietà di questa famiglia, la quale accrebbe successivamente in modo notevole il suo possesso coll’acquisto di varie ville e di molte terre vicine. I Guadagni pensarono subito a togliere l’antica villa de’ Pazzi dallo stato d’abbandono nel quale era rimasta