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BARRIERA SETTIGNANESE. | 43 |
La felice giacitura della villa, dalla quale si gode lo spettacolo meraviglioso della pianura fiorentina le fece cambiare l'antico nome in quello di Belvedere. Nel 1470 passò dai Tanagli nei Morelli e nel 1577, dopo la morte di Cammilla Vettori che l’aveva comprata a vita, essi la venderono a Francesco di Niccolò Cerretani. Da questa famiglia passò nel 1764 in eredità ai Gondi e per identica ragione da questi, successivamente, nei Marchesi Viviani Della Robbia attuali possessori.
La Capponcina o Scacciapensieri. - Villa Viviani Della Robbia — Anche questa villa fu dei Tanagli e nel 1427 era un palagio con pratello e corte di Messer Guglielmo e Domenico di Francesco Tanagli. Nel secolo successivo passò per eredità in Manetta di Giovan Battista Tanagli moglie di Tommaso Del Pugliese e, sempre per ragioni di successione, nel 1608 in Lisabetta di lui figlia moglie di Amerigo Capponi. I Capponi, che possedevano diverse ville sul colle di Settignano e fra le altre quella grandiosa di Gamberaja, debbono aver dato a questa il nome sotto il quale è oggi conosciuta. Pervenne la villa, nel 1658 in Margherita Bargellini moglie del Marchese Lorenzo Capponi e gli eredi di lei l'alienarono nel 1695 al Senatore Francesco del Senatore Giovanni Cerretani. Il possesso segui poi i passaggi stessi della precedente villa di Belvedere.
La villa della Capponcina serve ora di dimora a Gabriele D’Annunzio.
Tamburino o I Giorgi. - Villa dei PP. della Missione. — Fu dimora dei Giorgi famiglia di scalpellini settignanesi. Alla fine del XVI secolo pervenne nei Cinganelli dai quali passò per compra fatta nel 1663 in Salvatore di Bastiano Martini pievano di Remole, il quale la lasciò in eredità alla Religione dei Cavalieri di S. Stefano. Da questa la comprarono l’anno dopo i Bambi, poi appartenne successivamente alle famiglie Rontini, Cerretani e Coletti. Dal capitano Vincenzo Coletti l’acquistò nel 1769 l’Avv. Jacopo Rilli-Orsini che la fece ampliare notevolmente. In epoca moderna fu Bruchi. Oggi appartiene ai Signori della Missione e serve di sede all’Istituto Umberto I per i tardivi.