Vai al contenuto

Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/63

Da Wikisource.

BARRIERA SETTIGNANESE. 45

quali dette i natali ed all’arte che in mezzo alle bellezze di questi dolci colli ha avuto per il corso di parecchi secoli un culto fervido e costante. La vicinanza di numerose cave dalle quali si traevano i pietrami per la costruzione e l’adornamento degli edifizj fiorentini, fu la ragione per cui intere generazioni di abitanti di questo villaggio si dedicarono all’esercizio di lavorare la pietra. Cavatori e scalpellini modesti dapprima, i settignanesi sentirono ben presto l'influsso dell’arte che a Firenze passava di trionfo in trionfo: vi si dedicarono e ben presto costituirono qui una vera e propria scuola dalla quale uscirono in gran copia squisite opere di ornamentazione e di composizione. Anzi l’arte de’ maestri Settignanesi ebbe caratteri essenzialmente locali, soprattutto in quanto si riferiva alla parte decorativa, nella quale si conservò costantemente un tipo d’ingenua spontaneità, associato alla perfezione ed al gusto squisito della fattura.

Desiderio di Bartolommeo, il gagliardo scultore del rinascimento, è l’astro luminoso in mezzo a questa innumerevole schiera d’artisti settignanesi e lo seguono da vicino altri due grandi e celebri maestri, Antonio e Bernardo Gamberelli, più conosciuti col soprannome di Rossellino, scultori ed architetti insigni. Il Buonarroti stesso concepì forse a Settignano, dove giovanetto visse nella dimora della sua famiglia, l’amore per l’arte nella quale divenne sommo. Altri settignanesi riuscirono a raggiungere alta e meritata fama nell’arte. Antonio di Giusto Marchissi, Meo di Francesco Del Caprina, Luca di Bartolommeo Fancelli, furon nel XV secolo architetti di alto valore; Simone Raffaello e Valerio Cioli, Antonio Solosmei, Gino, Gio. Battista, Antonio e Stoldo Lorenzi, Domenico Fancelli, Alessandro Balsimelli ed altri emularono i maestri più celebrati nella scultura. Per non diffondersi soverchiamente in questa enumerazione, diremo che in molte famiglie l’esercizio dell’arte era tradizionale e si propagava di padre in figlio, talché sono notissimi nella storia dell’arte i nomi de’ Gamberelli, Del Caprina, Fancelli, Cioli, Lorenzi, Cennini, Danti, Fortini, Giovannozzi, Maiani, Bimbi, Ciottoli e tanti altri. Nè quel culto