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Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/64

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46 I DINTORNI DI FIRENZE.

costante e fervido per l’arte è venuto a mancare nemmeno a’ nostri giorni in cui Settignano ha avuto ed ha dovizia di ornatisti valentissimi. È sempre vivo il ricordo di Giuseppe Sborgi, di Angiolo Marucelli, di David Giustini che nelle loro sculture decorative emularono le doti de’ loro antichi compaesani e tuttora, numerosi altri, in Settignano e fuori, continuano a tenere in vita ed in pregio la secolare tradizione artistica.

Settignano è un villaggio ampio e popoloso che i suoi caseggiati e le sue stradelle pittoresche distende per ogni senso sul colle rigoglioso e ridente, mentre tutt’all’intorno sorgono innumerevoli le antiche e le nuove ville che fanno di questo luogo una delle più frequentate e più animate fra le villeggiature de’ nostri dintorni.

Due piazze costituiscono il centro attorno al quale il paese fiorentissimo va di continuo ad accrescersi di nuove costruzioni. La Piazza Desiderio è stata aperta appositamente per accogliervi il monumento del grande artista opera dello scultore Vittorio Caradossi, inaugurato nel 1904.

L’altra piazza, costituita in parte dall’antica piazza del villaggio è intitolata a Niccolò Tommaseo e in onore del letterato e del patriotta insigne che a Settignano trascorse gli ultimi anni della sua vita, fu inalzata anni addietro una statua opera dello scultore Leopoldo Costoli. Da un lato di questa piazza s’inalza la statua di pietra che dovrebbe rappresentare l’Imperatore Settimio Severo, rozza scultura del 1559 stata modernamente rabberciata.

Chiesa di S. Maria a Settignano. — È d’antichissima origine e se ne hanno ricordi nel secolo successivo al mille. Nel XIV secolo era di patronato della famiglia Baroncelli; ma nei secoli successivi ad essa si sostituirono le famiglie Alessandri, Alamanni, Giugni, Falconieri e Niccolini. Nel XVI secolo la chiesa fu rifatta a tre navate divise da colonne di macigno e coperte da volte. Altri restauri vennero fatti alla fabbrica in tempi successivi ed in specie alla fine del XVIII secolo, perchè essa minacciava rovina. Ultimamente poi essa è stata una volta ancora restaurata e restituita all’antico docoro a cura dell’attuale parroco sacerdote Vittorio Rossi.