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Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/68

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50 I DINTORNI DI FIRENZE.

di Rossellini che coll’avito cognome, debbono ascriversi fra le glorie più pure e più luminose di questo singolare villaggio dove il sentimento dell’arte era privilegio comune. L’uno e l’altro poi meritarono l’onore di gareggiare cogli scultori ed architetti più celebrati che ebbero così ampia parte nel rinascimento dell’arte. Sarebbe opera lunga e fuori dell’indole del nostro lavoro l’enumerare tutte le opere che l’uno e l’altro condussero a Firenze, in Toscana ed in molte altre città d’Italia e basterà notare come a testimoniare il valore di Bernardo bastino le fabbriche mirabili edificate per ordine di Pio II nella nascente città di Pienza e come a proclamare la fama di Antonio sia sufficente la deliziosa cappella del Cardinale di Portogallo in S. Miniato al Monte. Giovanni figlio di Bernardo Gamberelli vendè nel 1592 il podere e la casa da signore di Gamberaja a Domenico di Jacopo Riccialbani e sembra che questa famiglia che possedeva altri beni a Settignano, ampliasse assai la modesta casa de’ celebri artisti, perchè da quel tempo la troviamo indicata come il palagio di Gamberaja. Nel 1618, a dì 27 d’agosto, Giovan Battista di Jacopo Riccialbani vendè il possesso a Zanobi d’Andrea Lapi il quale arricchì di comodi annessi la villa costituendola in fidecommisso. Ma alla morte di Zanobi, che lasciò non pochi debiti, il possesso di Gamberaja fu oggetto di contestazioni per parte di varie famiglie di creditori, e nel 1682 lo troviamo assegnato a Barbera Ronconi moglie di Tommaso Vieri come creditrice di Jacopo Lapi, mentre nel 1693 si riscontrano quei beni divisi fra i Lapi ed i Corsi, quest’ultimi sottentrati nei diritti di Barbera Vieri.

Soltanto nel 1717 le disposizioni del fidecommisso di Zanobi Lapi ebbero definitiva esecuzione, perché morto Giovan Francesco Lapi, [i beni andarono ad Antonio e Piero del cav. Vincenzo Capponi ed al senatore Giovan Battista Cerretani e nelle divise fra le due famiglie Gamberaja toccò ai Capponi.

Ai Capponi si debbono molte e sfarzose opere di abbellimento della villa e dell’annesso giardino che arricchirono di statue, di grotte, di fontane, di giuochi d’acqua