Pagina:Guido Carocci Il viale dei colli 1872.djvu/13

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avete superbe ville e graziosissimi casini, giardinetti incantati, boschetti di frutta e di fiori, dei punti di vista estesissimi, edifizii che vi ricordano tempi ed avvenimenti gloriosi, situazioni appartate e quasi alpestri che vi farebbero perfin dimenticare d’essere a due passi dalla città, cascatelle d’acqua, laghetti limpidissimi, villaggi, castelli e chiese sparsi sulle più fertili e deliziose colline che mai possa darsi, insomma tutto quello che ad un pensiero romantico e girovago sia dato immaginare. E tuttociò raccolto lungo una linea di 6 chilometri circa di lunghezza che serpeggia lungo i fianchi e sulle vette dei colli d’Arcetri, di Giramonte, di S. Miniato e di Montici.

Ad uno che degnamente volesse illustrar tutti i luoghi che s’incontrano, tutti i contorni e tutte le stupende vedute che si ammirano non basterebbe scrivere un grosso volume; io, invece, mi propongo di toccar di volo tutto quel che mi sembra degno di special menzione, stando sempre nei limiti imposti da una semplice passeggiata.

Il viale de’ Colli da porta Romana al piazzale Galileo si chiama viale Machiavelli, dal piazzale Galileo al piazzale Michelangiolo, viale Galileo, e viale Michelangiolo dal piazzale di questo nome al ponte di ferro. Il viale è lungo 5690 metri, ossia circa 6 chilometri, e per tutto è largo 18 metri.

La passeggiata è incantevole. I marciapiedi larghissimi sono ombreggiati da platani, olmi, acacie e pioppi che li difendono anche la mattina dai raggi del sole. Fra i marciapiedi c’è la via larga, quasi pianeggiante, ben tenuta. Ricchi equipaggi, vetture e omnibus la percorrono in diverso senso. Da un lato