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180 sonetti d'amore

82

La donna risponde che non l’ha mai creduto fino amatore, ma l’odia per ciò che dice di villano e di falso.


     Non mi disdico, villan parladore,
a quello intendimento che ditt’hai;
or como crederia che ’n te valore
4di fine amante e amor fosse già mai?
     Ch’ogn’altra fina cosa è di te fore,
e la contrara per te regna assai;
ma disdicomi acciò che m’è dolore
8crudel di morte il dimando che fai,
     cioe ch’io t’ami. Or come amar poria
cosa, che di tutto è dispiagente
11con tu se’? Mad eo ragion è ti dia
     odiar a morte, ed il fo coralmente.
Tu però mi dispregi, e villania
14mi dice assai la tua bocca, che mente.

83

Si tenzona male con una donna tanto villana, che disdice perché, conscia della sua bruttezza, teme d’esser derisa.


La donna

     Certo, mala donna, malo accatto
farebbe l’om a star teco a tenzone,
tant’hai villan parlar accorto e adatto,
e tanto pien di tutta rea ragione.
     5Per ch’io mi credo che sovente hai fatto
donne disonorar con tuo sermone,
e manti omin hai messo in mal baratto,
e d’altro non par ch’aggi opinione.
     Se vòi ch’i dica ’l ver, si come ’l saccia,
10perché disdetta se’, diraggiol bene:
ché tu, pensando c’hai laida la faccia
     e se’ croia e villana, allor te tene
paura forte che gabbo non faccia;
perciò disdici e ciò far ti conviene.