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352 nota


sostantivo che al v. 6, se lá, come s’è detto, esso ha un significato diverso.

v. 11. Il Pell. spiega: «s’adoperi contro di me ciascun noioso, che non fa festa e vigilia al mio volere (che non s’accorda in nulla con me)». Credo però debba intendersi: e mi stia pure di contro ogni noioso perché io non faccia a mio piacere e la festa e la vigilia.

v. 13: «Sartia Subilia». Per la spiegazione di questo verso il Pell. si giovò delle indicazioni di E. Monaci, il quale appunto gli scriveva: «si affaccia subito il sospetto che si tratti di una allusione alla regina «Sebille» della Chanson des Saines». Il Pell. trovò cosí che in tutto un ciclo di romanze spagnole derivato dalla canzone dei Sassoni appare un Baldovino amante di Sevilla; e potè avanzare il dubbio che Guittone anche senza conoscere le redazioni spagnole, potesse — per la diffusione che ebbe anche fuori di Francia il tipo di Baldovino e di Sibilla — nominare con onore la sassone Sibilla, ch’è viceversa malmenata nella Canzone di Jean Bodel.

79, vv. 1-6. Ecco la spiegaz. del Pell.: «Giá sono stato punto lungamente per opera dei noiosi, che affermano di sapere dov’io mi appunto in amore, cosí che tale circostanza mi fa quasi piangente. Ma poi, se miro in me stesso, non lo credo affatto, perché son punto d’amore verso tale, con cui rimanendo, me ne può venir soltanto gentile onore».

vv 7-8. Per l’interpretazione di questi due versi mi sembra necessario discostarsi dal Pell., il quale spiegò: «In seguito a ciò... il mio volere — l’animo mio — che è stato punto, si rivolge alla gioia e opera gradevolmente verso di sé». Intendo invece: Poscia acuisco per la gioia il mio volere, che è stimolato e diventa verso, poesia, secondo il piacere, conforme a piacere.

v. 12 segg Intendo: A tutti gli amanti conviene far cosí; questo sconvolge nel pensiero la parte avversa («la noiosa gente» del v. 2), parte che cosí resta ingannata in ciò che crede.

81, Con questo son. comincia una tenzone che comprende i sonn. 81-86.

v. 1. Il Pell. legge: «non mi ridisdire», non tenendo conto della lez. di A, che io ho accolto; cfr. i vv. 1, 7 del son. 82 e 10 e 14 del son. 83.