Pagina:Gynevera de le clare donne.djvu/436

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in me, et forsi più assai che non era, essere virtute et bontate, subito indisolubilmente li aplicò l’animo haverme sopra ogni altro per marito, senza guardare al mio exiguo stato, argomentando a chi contradicea a la sua dispositione, che solamente vivere li satisfacea: il quale non potea essere se non honorevole et felice, essendo copulata ad homo bono, de virtute ornato.

Ringratiando Dio del dono de tanta donna, dico che di beleza fu assai mediocre. Hebbe dui bellissimi occhii, pieni de grande honestate; fu più presto bruna che biancha; fu de honesta grandeza. Non fu vana, nè pomposa; ben havea piacere, quando intendea essere tribuito laude a le sue opere et virtute, come cibo dolce a l’humana mente. Ma Dio de la tribuita laude ringratiava, per fugire el peccato de la vanagloria, perchè da esso Dio ogni laude et gloria per sua munificentia procede, et non per le nostre