Pagina:Hoffmann - Racconti I, Milano, 1835.djvu/122

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punto osservando molto ingegnosamente ch’ella parlava come un libro, “Parla come un libro stampato, quando mi parve di sentire dietro a me qualcheduno.

Si poteva facilmente aver aperta la porta del palco, ed essersi messo in fondo. La cosa molto m’increbbe. Io mi era trovato tanto felice di esser solo in quel palco, di poter sentire senza essere disturbato, il divino capolavoro rappresentato così bene; di lasciarmi in balìa a tutte le impressioni ch’egli risveglia; e di abbandonarmi a me stesso! Una sola parola, una parola assurda, m’avrebbe dolorosamente strappato dal mio entusiasmo! Io risolvetti di non abbadar punto al mio vicino, e tutto immedesimato nella rappresentazione di evitare ogni sillaba, ogni sguardo. Colla testa appoggiata sulla mia mano, colle spalle volte al mio compagno, io tenni fissi gli occhi sulla scena. Tutto vi corrispondeva all’eccellenza dell’esordio. La piccola Zerlina, vivace e amorosa, consolava coi graziosi suoi frizzi quel povero imbecille di Mazzetto. Don Giovanni nell’aria brusca e spezzata Finchè han del vino sfogava il suo disprezzo per gli uo-