Pagina:Hoffmann - Racconti I, Milano, 1835.djvu/123

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mini, di cui egli non faceva che altrettanti istrumenti dei suoi piaceri. L’espressione dei suoi muscoli svelava mirabilmente il suo pensiero. Le maschere comparvero, il loro terzetto era una preghiera che in accordi di tutta purezza saliva verso il cielo. Il fondo del teatro si aperse. La gioja proruppe, l’urto de’ bicchieri risonò; i paesani e tutte le maschere che la festa di Don Giovanni aveva attirate, ballavano e si scompartivano in gruppi animati. — Le tre maschere congiurate alla vendetta s’avanzarono. Tutto diventò solenne; poi si tornò a ballare fino al momento in cui Zerlina è salvata, e Don Giovanni si slancia coraggiosamente a spada nuda contro il suo nemico. Egli fa sbalzare la spada dalle mani del suo rivale e si apre una via attraverso della moltitudine che mette a scompiglio.

Già da lungo tempo io credeva sentire dietro di me un fiato fresco e voluttuoso e come lo stropiccìo di un abito di seta: Io sospettava la presenza di una donna; ma tutto immerso nel mondo poetico che mi era schiuso dall’armonia, non mi lasciai distrarre dai miei sogni.