Pagina:Hoffmann - Racconti I, Milano, 1835.djvu/159

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l’opera! Gli Spiriti dell’inferno si mostrano in mezzo alla folla brillante delle genti del mondo; tutto vi ha una voce ed un accento onnipotente. — Diavolo! io parlo del Don Giovanni. Ma non potei resistere sino al termine della sinfonia, che fu precipitata senza tatto e senz’anima. Ed io mi era preparato ad udirla col digiuno e colla preghiera!

— Se io devo convenire che qui i capi d’opera di Mozart sono troppo spesso trascurati in un modo colpevole, almeno quelli di Gluck sono rappresentati con una pompa degna del loro merito.

— Lo pensate voi? Io ho voluto udire una volta l’Ifigenia in Tauride. Entrando in teatro, mi accorgo che si suona la sinfonia dell’Ifigenia in Aulide. Hem! dico a me stesso è un errore. Si dà questa Ifigenia. Ma cado dalle nuvole sentendo l’andante con cui incomincia l’Ifigenia in Tauride e poi l’uragano. Tutto l’effetto, tutta la disposizione calcolata del dramma sono perdute. Un mar tranquillo. Una tempesta. I Greci gettati sulla riva, tutta l’opera è là! E che! il compositore ha forse scritta la sua sinfonia