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sopra un tamburo, perchè la si suoni come si vuole e dove si vuole come un motivo di trombetta?

— Io convengo dall’errore. Però si fa di tutto per dar rilievo alle opere di Gluck!

Oh sì! diss’egli in tuono asciutto, sorridendo amaramente.

Tutto ad un tratto ei partì, e nulla potè arrestarlo. In un momento egli disparve. Per alcuni giorni io lo cercai invano nel giardino botanico.


Alcuni mesi erano passati. Io era rimasto troppo tardi, in una sera fredda e piovosa, in un quartiere lontano e tornava in tutta fretta alla mia abitazione situata nella strada Federico. Il mio cammino mi conduceva davanti al teatro, la musica romorosa dei timpani e delle trombette, che udii passando, mi fece ricordare che si rappresentava l’Armida di Gluck, ed io era sul punto di entrare quando un singolare monologo che giunse a me sotto alla finestra da cui si distinguevano quasi tutti i tuoni dell’orchestra, fissò la mia attenzione.