Pagina:Hoffmann - Racconti II, Milano, 1835.djvu/105

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vecchia lasciò andare le mani di Veronica e prese un cucchiajo di ferro, col quale si mise a frugare nelle masse ardenti agitandole violentemente, mentre dietro il suo ordine, Veronica doveva guardare fissamente nel bacino e pensare ad Anselmo. Per la seconda volta, la vecchia gettò nella pentola dei metalli, un riccio di capelli di Veronica tagliato in cima alla testa ed un piccolo anello che portava da molto tempo, non cessando mai dal mandare delle grida acute e inintelligibili, spaventose ad udirsi durante la notte, mentre il gatto gemendo e miagolando sempre descriveva correndo dei rapidi cerchi.

Io vorrei, o lettore benevolo, che tu ti fossi trovato il ventitrè settembre in viaggio sulla strada di Dresda. Invano si aveva cercato al cadere della notte di ritenerti all’ultima stazione; l’oste, civile e pulito, ti diceva che il temporale era violento, che la pioggia era abbondante, e che in generale non è molto prudente di arrischiarsi così nella notte dell’equinozio; ma tu non lo avevi ascoltato ed avevi posto fine a tutte le sue obbiezioni, dicendo: “Io darò uno scudo da