Pagina:Hoffmann - Racconti II, Milano, 1835.djvu/160

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dall’amore di Serpentina! Ascolta vecchia, ed appiccati: — io mi burlo del tuo potere, amerò eternamente e non amerò che Serpentina, — io non voglio diventar consigliere, — io non voglio più guardare la tua Veronica, che mi ha per mezzo tuo indotto in tentazione. — Se la colubra verde non è mia, io morirò di dolore e di desiderio. — Togliti dai miei occhi, togliti dai miei occhi, detestabile strega.” — La vecchia gettò uno scoppio di risa che fece tremare tutto l’appartamento, e gridò: “Resta dunque, e perisci nella tua prigione; ma è tempo di mettersi all’opera, poichè ho qui altra cosa da fare.” — Essa gettò il suo mantello nero e restò in una schifosa nudità; allora essa si mise a ballare in giro, e da ogni parte cadevano dalla biblioteca dei grossi in folio dai quali strappò dei pezzi di pergamena. Essa li attaccò, prontamente gli uni agli altri e se ne rivestì, e bentosto comparve coperta come d’un’armatura di scaglie singolarmente macchiate. Il gatto nero saltò, gettando fuoco, fuori dal calamajo che si trovava sulla tavola, e corse miagolando verso la vecchia che