Pagina:Hoffmann - Racconti II, Milano, 1835.djvu/176

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volte la mia aja, e che ora è una donna saggia, e di più, una gran maga.

Ella promise di ajutarmi, e di dare Anselmo tra le mie mani. Noi andammo nella notte dell’equinozio, a dodici ore sopra, un crocicchio; essa evocò gli Spiriti infernali, e, coll’ajuto d’un gatto nero, noi fabbricammo un piccolo specchio di metallo, ed io non aveva che da guardarvi dentro e pensare ad Anselmo per governarlo intieramente a mia volontà. — Ma io mi pento sinceramente di aver fatte tutte queste cose, io rinuncio a tutti gli artifici di Satanasso. Il salamandro ha vinta la vecchia, ho udito le sue grida angosciose, ma non vi era nessun mezzo di soccorrerla; nel momento in cui, sotto la forma d’una barbabietola, essa fu divorata dal pappagallo, il mio specchietto di metallo si spezzò con un rumore acuto.” Veronica cavò dalla sua scatola i due frammenti dello specchio spezzato ed un riccio di capelli, e presentando questi due oggetti al consigliere Heerbrand, essa continuò: “Prendete, caro Consigliere, i pezzi dello specchio, e questa sera a mezzanotte gettateli dalla cima del ponte