Pagina:Hoffmann - Racconti II, Milano, 1835.djvu/22

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metter via la sua pipa e il suo tabacco, quando il borghese disse quelle parole, e dicendole vuotò lentamente e in aria meditabonda la sua pipa colla punta del suo coltello, mettendosi a riempirla colla stessa lentezza. Molte fanciulle del borgo erano intanto sopravvenute, e parlando sotto voce colla borghese ridevano soffocatamente guardando Anselmo. Il povero studente era sulle spine. Quando gli si rese la sua pipa e il suo tabacco, egli partì correndo. Tutto il meraviglioso ch’egli aveva veduto gli era uscito di capo; solamente egli si ricordava di aver fatti ad alta voce sotto il sambuco mille discorsi stravaganti, cosa che gli era tanto più penosa in quanto ch’egli si sentiva da molto tempo un’avversione profonda per tutti quelli che facevano soliloquii — “È il diavolo che parla per la loro voce”, diceva il suo reggente, ed Anselmo ne era fermamente persuaso; ma esser preso per un candidatus theologiae che si è ubbriacato il giorno dell’Ascensione, oh questo gli era un pensiero insopportabile!

Già egli cambiava strada per arrivare al viale di pioppi che passa davanti il