Pagina:Hoffmann - Racconti IV, Milano, 1835.djvu/136

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sfera, non tardò a risuonar di lontano prendendo un accento più terribile. La tempesta arrivò su un cumulo > di nere nuvole, e laonde si commossero con furore. In un istante si dispersero e barche e gondole. Il Bucintoro, che la sua struttura rendeva incapace a resistere all’ u« ragano, era abbandonato alla violenza dei cavalloni, e grida di terrore riso* navano fin sulle sponde. Antonio vide un piccol battello «lesto alla riva; vi si lanciò entro, ed afferrato il remo, si diresse ar* ditaraente verso il Bucintoro. ■ — Salvate il Doge,1 salvate il Doge 1 gli si gridava da ogni banda. giacche, durante la 'procella, un sottile schifo in questi canali è più sicuro de' grossi bastimenti; sicché erano accorse da ogni dove gran numero di barche onde scampare il Doge. Era ad Antonio che il cielo j avea riserbato tanto favore, e il suo battello il solo fu che giunse ad avvicinarsi al Bucintoro. 11 vecchio Marino Faliero, avvezzo a simili rischi, balzò senza esitare nel barchetto del povero Antonio, che lo condusse in pochi -minuti alla piazza di San Marco. La cerimonia si compiè nella chiesa, ove il Doge si