Pagina:Hoffmann - Racconti IV, Milano, 1835.djvu/139

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'ver à Badoero la dignità di Doge, e que»1 ste parole risonarono come un rimprovero al suo orecchio. Cercò domare i11 » X * suo orgoglio dirizzandogli qualche parola di. scusa, quindi prese a parlare dei provvedimenti di difesa çui era costretto pensare, e* che assorbivano -tutti'i suoi pen-»

sieri. 1 . • - •< Quanto alle . cose che lo; Stato da te; attende,.disse Badoero sorridendo, avremo tempo, fra poche ore di parlarnea lungo , net .mezzo .del Consiglio, che' va- ad assembrarsi.. Io non, mi' son, già reso presso di te si di buon orav per cercare i mezzi di battere l’ audace Doria, o di richiamare alla ragione t Luigi d’ 1 Unghe: ria, che; guarda di’. nuovo con > cupidigia i nostri porti della Daluiazia. No, Ma— l’ ino, io non pensai .che a te solo, e ciò che non avresti mai indovinato, io venni . onde parlarti- del tuo maritaggio. > Come, disse il Doge, voltando il dorso e gettando uno sguardo, impaziente sul mare, come hai tu potuto pensare a si-k mili. cose? Il giorno ■ dell’ Ascensione ancor,ben lontano. Allora, io spero, saranno, debellati i nemici di Venezia-, il leone adriaco trionferà di nuovo.sul mare.