Pagina:Hoffmann - Racconti IV, Milano, 1835.djvu/158

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era Annunziata, c hiunque'roiravala 'flon poteva che cadere in esta-i, e tutti i giova 11 i patrizi della, signoria non pr/evau essere che colpiti per la avvenente dogaressa Annunziata videsi bentosto attorniala d’ adoratori de'quali accojbea pudicamente e gentilmente4!' lusin hieri ed attraenti discorsi. La pura s/*a anima non avea compresi i rappo’ti che la legavano al suo nobile spo<o, se non nel senso d’ una venerazione e d'una «ommessipne perfetta, ed/ella(si compiaceva di riguardarsi coiye la pii» umile delle sue ancelle. Quanta/tltii,< egli era al fuo çospetto tenero e,gentile; la stringeva pi sijopetto agghiacciato, la nomava sita amata, ile jffjcea presejti di mille > rarità y i suoi minimi desiderii eran pervlni cenni; cil Annunziata, compresa da tante cure, non pptea nutrir,; pmsierò di tradirequeçtp vegliardo,t che la, colmava di: tanti beni; isieçhè lutte lei adorazioni rimasero , t r * senza frutto. Ma alcun nobile non ardeva cT amore)sì; violento. per. la j bella; doga-* ressa,come)Michele Steno. Sebben gio»t vanissimo, ççli; f occupava 11 importante carica dj membro del Consiglio dei Qua-> ranta -r e la bellezza siccome il suo grado — h: .