Pagina:Hoffmann - Racconti IV, Milano, 1835.djvu/163

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JJ -ar-r »63 — BOkii copti stilla: buona spada pèrdi* feudei'l $ AwifiO- >,,t’ ipgan«fci. domarii -, apparirò solamente con-, Aùuugsiata sulla piazzaj d| S.rMprjÇO»-ronde il popolo cop* Jefppjj; la dogaressa, e,al Giovedì £/oas&«* ella. riçjçvej# il (mazzo di üoriiche un:Alt dito, navigatore:a;.lei recherà dall’ alto, deir l’ aria., j,.;,,,**. .v,,-, ti*.** Cos) parlando, il Doge (alludeva; ad una vecchia ) consuetudine. Jl.£ìioY;e<Ìj Glasso* pn .uomo: del. -volgo,,seduto in una tuacr china simile ad, utfa navicellasale ’IuiÌt ghessp una; corda che, si j tuffai nel mare, çi qç:sta-,fissa; allaisommitàijdtfl campa»

flile di S,!;MaFC0 .e, diJà scende, «colla rapidità 4’upa/reccia fino.alla piazza o,ve §iedonq il, Doge C; la. dogaressa élla quale; presenta,.un mazzo di .fiori. il) do{ p>api, iil.;Dogei fece quanto,ayea( anrium ciato.* La sua, sposa s’ adornò degli abiti più magnifici, ie, s* incamminò verso.Ila piazza di S. Marco circondata dai patri»

della Signoria, dai paggi e.dalle sueiguar* die. Ognuno, affretta vasi, t urtava péjv-ven dpre la,be|la dogaressa, .e quanti (giungevano a: mirarla si diffondevano in testi*, monianze d’ ammirazione e dispiacere.

Ma la leggerezza veneziana non tralasciò i