Pagina:Hoffmann - Racconti IV, Milano, 1835.djvu/27

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I 9 9 — 27 ~ vatore che tenevano un poco della satira., > f — Permettetemi, gli disse, che metta dall’ un dei - lati la timidezza, che mi chiude d’ ordinario la Locca; permettetemi che vi confessi senza ambagi tutto quel che io penso. Salvatore I io non ebbi mai in tanta riverenza il mio maestro iu quanta ho voi, e quello che più mi piglia l’ animo è la grandezza più che umana dei vostri pensieri. Voi cogliete, non so come, gli arcani più riposti della natura; ed intendete le meraviglie de’ suoi • tesori, de’ suoi alberi, delle sue acque cadenti, leggete la sua Ungua, sapete scrivere le sue parole, intendere insomma la sua sacra voce. Si direbbe che adoperando il tpennello in una maniera cosi ardita voi deponete sulla tela i pensieri del Creatore. L’ uomo è poco per voi nella grande operosità deiranima vostra; e nel gran campo della natura voi non lo tenete che come uno de’ suoi infiniti fenomeni. Cosi non siete grande che nel vostro paesaggio sì meravigliosamente condotto

e quando v’ accostate alla storia

pare che tarpiate le ali al vostro ingegno.