Pagina:Hoffmann - Racconti IV, Milano, 1835.djvu/35

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- 35 — Antonio chinò gli occhi e disse timidamente:— .Voi mi leggete nell’ animo,, caro maestro, e forse è; come voi. dite; ma non* datemene biasimo. Questa è. la pittura eh’ io pregio più di tutte le mie, e l’ ho tenuta nascosta sinora agli occhi di tutti. ■ • — Che cosa di tei esclamò Salvatore, nessun pittore non ha ancor - visto . cotestoquadro ? — Nessuno, rispose Antonio. n — Ebbene, replicò Salvatore, con due.

occhi sfavillanti di gioia, siate certo che.

umilierò gli orgogliosi, e vi farò raccogliere la gloria che meritate. Fidatemi il vostro quadro, anzi recatelo di soppiatto, cotesta notte in casa mia, .e lasciate fare a me. — Siete contento?

Antonio rispose che sì, e rispose che gli avrebbe parlato volontieri anco dell’ amor suo } ma che quel giorno. era sacro all’ arte e che gliene avrebbe parlato più tardi.

— Ed io vi ajuterò in- tutto quel che potrò. Ed accomiatandosi, Salvatore gli disse sorridendo: — Sentite, Antonio, quando mi scopriste che voi eravate pittore, io mi pentii d’ avervi parlato della vostra somiglianza con Raffaello, stimando —