Pagina:Hoffmann - Racconti IV, Milano, 1835.djvu/94

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possa cantare domani l’ altro . sul mio .

teatro.

— Voi siete un uomo di gusto, un uomo di profondissimo tatto! a chi meglio che a voi potrei fidare le mie composizioni 1 Voi avrete tutte le mie ariette...

ma lasciatemi andare. Lasciatemi dunque, signor Nicolò.

— Nò, gridava 1’altro, stringendogli sempre più tenacemente le fragili gambe.

Io non mi leverò da questo posto se non mi date parola di intervenire anche voi dopo domani al mio teatro. Temete forse un’ altra aggressione? E non sapete che i Romani quando avranno sentite lé vostre ariette vi porteranno in trionfo cen delle torce? E quando questo non fosse io e i miei diletti compàgni vi terremo -compagnia sino a casa. .

— Volete accompagnarmi voi stesso coi vostri compagni! Quanta gente sarete fra tutti? i — D’ otto in dieci ai vostri Ordini. Avete risolto di esaudire la mia preghiera?

— Formica,, mormorò Pasquale con una bella voce.

— Risolvetevi di grazia! esclamò Nicolò dandogli uu’ altra stretta.