Pagina:Hypnerotomachia Poliphili.djvu/437

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Oltra di questo Sacra Madona, si Polia egregia puella quivi praesente (le cui invisitate bellece, gli spiriti coelesti facilmente contaminarebbono) sencia fatica, dispendio, et amaritudine di core, et periclitabondo della privatione dell’amabile vita, havesse tirato al mio ardente disio, per Iove immortale, etiam similmente la potria sencia quelle parte levemente lassare. Ma chi non hae repugnantia, gloriosa palma non aquista, et che a quella non persiste. Perché né gloria, né triumpho, né alcuno bene consequire si pole sencia industriosa faticha, dunque la faticha è causa di bene, et perseverantia il parturisce, cum le Comite. Et per questo cosa più pretiosa è (et cusì si tene) la quale erumnosamente aquistassi, che la adepta acconciamente. Lucio perciò Sicinio Dentato, della sua fortecia non sarebbe dignificato di laude et memoria, si le Stigmate obducte degli vulneri sui al dorso fusseron vidute. Perché agli degeneri militi facile si praesta il postergato ferire. Ma agli forti resistenti s’appertiene solo dinanti il vulnerare. Per la quale cosa, Amore nel mio contaminato infecto, et inquinatissimo core delle sue morbide qualitate, essendo disconciamente salito invasore, più urente dispiacevolecia usoe, che non usa il meridionale Ethon di Phoebo agli freschi floruli et mollicule piante, et herbule. Il quale immoderatamente più lo arde che lo insatiabile Vulcano Ethna. Per la quale causa, strictamente essendo di tale effecto incapestrato, infiniti accidenti et varii accessorii, et multiplice discrimine, cum evidente periculo monstroe la mia dispietata, collapsa, et infirma fortuna contra di me, a ttorto ludibonda. Degli quali casi pernitiosi, et exitiali al praesente in alcuna parte obediendo al voto tuo, incominciarò io brevemente di narrare. Insigne Sacerdota, et praestantissima Domina. Daposcia che sono quietati, et alquanto sedati gli mei letali langori, satisfare properando agli tui benigni praecepti. Più cum mie piacevole parole, che cum lachrymosi singulti tocare’ quella parte, che io son sortito tanto praeclaro amore (tacendo quello che già dicto è) più fervido et activo me totalmente strinxe. Hora me, nella tua veneranda, et eximia, et di Polia gratiosa praesentia foelice reputando, prehenderò modesto ardire. Da poscia che cum humanissimo volto, te monstri non te agravare di questa auditione. Essendo Phoebo a risugare le fresche lachryme della Plorante Aurora salito, cum gli recentati et aurei radii, fugata omni stella dello oriente, illuminava cum il suo Eoo, l’hemisperio nostro disterminato dal horizonte. Et facto il laborifico giorno, discussa la pigra quiete. Et essendo la ponderosa terra