Pagina:I Cairoli delle Marche - La famiglia Cattabeni.djvu/27

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di Cajazzo, del colonnello nominato sul campo di battaglia, del soldato coperto di ferite per la patria, dell’intimo amico del Generale, dell’ospite di Garibaldi», come è detto in una pubblicazione del tempo 1, eseguito dai carabinieri mentre Garibaldi dormiva, per gettare poi il Cattabeni nel carcere assieme ai ladri del Banco Parodi, non mancò di sollevare scalpore e indignazione. Primo di tutti il Garibaldi nel mattino appresso all’arresto (13 maggio) inviava a mezzo di Federico Bellazzi alla Gazzetta di Milano la seguente protesta:

Alla Direzione del giornale la " Gazzetta di Milano „.

Il colonnello G. B. Cattabeni valoroso ufficiale coperto di nobili cicatrici, di condotta sempre intemerata, venne arrestato, senza le formalità prescritte dalle leggi, nella scorsa notte in questa casa, e tradotto a Milano come un malfattore — lo ricordo al paese, che se il governo ha l’obbligo di far rispettar la giustizia, ha pur l’obbligo di rispettare la dignità dei cittadini e principalmente dei benemeriti.

Altra lettera inviava al Ministro di Grazia e Giustizia, garantendo pel Cattabeni.

Se non che i giornali conservatori e ministeriali si affrettarono a spiegare l’arresto con misteriosi si dice, e avendo buon giuoco da una strana, disgraziata coincidenza di circostanze, che dava alla giustizia il sospetto della intesa di Gio: Battista Cattabeni nel furto del Banco Parodi, si sfogarono a malignar velenosamente contro il partito mazziniano e d’azione.2


    cui notizie sono riprodotte dalla Lombardia di Milano. Il Cantù nella sua Cronistoria dell’Indipendenza italiana (Vol. III, pag. 577-78) accennando al fatto che egli chiama «un aneddoto bizzarro del romanzo garibaldino», mostra di aver attinto, senza coscienziosità di storico, alle prime notizie dei giornali. Egli conclude: «Tutti pensarono quel furto fosse fatto per aver danari alle meditate spedizioni; ma una metà del rubato si tenessero i veri ladri patteggiati a tal uopo.»

  1. Garibaldi e Rattazzi, ossia luce sui fatti di Sarnico ed Aspromonte. Risposta al sig. Evaristo Pimpeterre. Tradotta dal francese ed arricchita da Pietro Rossetti. Milano, Tip. Ingegneri, 1862, pag. 23. Vedi pure: Dal Volturno ad Aspromonte di Giacomo Lombroso e Davide Besana. Milano, Casa Edit. Fravega e Filippi, 1865, pag. 653.
  2. La Lombardia del 17 maggio 1862, n. 135, riproduceva ad es. dalla Gazzetta di Torino: «Ci si dice che l’arresto del Cattabeni abbia avuto luogo in