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rono sorpresi dalla polizia, che li separò e non li lasciò in libertà, se non quando giurarono, sul loro onore, che non si sarebbero battuti altrimenti.
Il signor de Bodelschwing e J** giurarono che non si sarebbero mai più battuti alla pistola, come era stato convenuto, e come furono sorpresi: e perciò all’indomani tornarono sul terreno armati di sciabola, secondo l’abitudine degli studenti.
Il figlio del ministro fu ucciso; i testimoni e l’uccisore vennero arrestati; ma il padre della vittima domandò ed ottenne per essi la grazia sovrana.
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B** allievo di Saint-Cyr, aveva ricevuti due schiaffi da due compagni, certi Meunier e Vescot.
Dopo lunghe pratiche, furono decisi due duelli. B** per primo affrontò Vescot e lo ferì dopo un combattimento vivo, lungo, estenuante.
Immediatamente dopo, e proprio sotto il colpo dell’emozione e della stanchezza, causati dai primo duello, i testimoni posero di fronte a B** l’altro offensore, Meunier.
Dopo pochi istanti B** spirava per una formidabile stoccata, portatagli dal collega Meunier.
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Settembre 1847. — I luogotenenti Bocher e Cazalot s’imbatterono nel signor Crestin, avvocato a Besançon, in un caffè della città.
Bocher, di mezzo c’era una signora, che pretendeva di essere stata villanamente diffamata dal Crestin, trattò l’avvocato da vile, da canaglia, da furfante e di peggio ancora.
Quest’ultimo, cioè l’offeso avvocato Crestin, protestò contro le imputazioni ingiuriose, sostenendo la propria innocenza delle calunnie attribuitegli.