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sono essere negati alla libera scelta dello sfidato da nessun perito in materia, essi non credono invocare estraneo giudizio, mentre si sentono sicuri del loro pieno diritto. I rappresentanti dell’on. Cavallotti soggiungono che la scelta del guanto di spada e foulard non è ispirata dallo scopo di menomare la gravità dello scontro, tanto più che il cuoio del guanto di fioretto e il foulard difendono l’avambraccio quanto il guanto di sciabola. I rappresentanti dell’on. Macola, insistendo nelle loro conclusioni primitive, i rappresentanti dell’on. Cavallotti, serbando nel pensiero di non prolungare la vertenza, subirono la condizione imposta, accettando il guantone di sciabola.
Lo scontro viene fissato per le 3 pom., in un casale convenuto, fuori di porta Maggiore».
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Le ultime lettere di Cavallotti e di Macola prima del duello. — Il Don Chisciotte del 3 corrente pubblicava:
Ecco la lettera già annunciata dall’on. Macola:
Roma, 2 marzo 1898.
Signor Direttore,
Una parola ancora, perchè mi spetta, e se il pubblico si secca passi oltre: non sono io che ci prendo gusto! Le differenze che l’on. Cavallotti ha coi suoi padrini per eventuale errata interpretazione del mandato non possono riguardarmi. Gli on. Niccolini e Socci si presentarono ai miei con pieni poteri e lo dichiararono; discussero, conchiusero, firmarono e basta. Il loro silenzio durante tutta questa faccenda lo dice chiaro.
Qui adunque finisce la vertenza.
L’on. Cavallotti non ne fu contento. Ebbene: aveva due mezzi, o sconfessare i suoi padrini, o farmi rispondere (a-