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in cerca di un altro padrino, che si unisca a Vincent per indurre Baron a presentare le sue scuse a Pesson.
L’avvocato Baron, che in fin de’ conti era un buon figliuolo, tocco dai rimproveri che gli facevano gli amici, parve disposto a fare le scuse; ma, una volta in faccia di Pesson, le scuse non potevano uscirgli dalle labbra. Di conseguenza si ricorse alle spade.
Ambedue erano egualmente inesperti nello schermire; talchè in un incontro, mentre Pesson rimaneva ferito leggermente, Baron restava colpito in pieno petto dalla lama avversaria, che lo passò da parte a parte.
Un duello a.... vapore!
Alla morte di Baron tenne dietro un processo, durante il quale, uno dei padrini di Pesson depone:
«Noi trovammo Baron con due suoi amici. Uno di essi, l’avvocato Vincent, desiderava ardentemente che il duello non avvenisse; ma le spiegazioni date da lui erano vaghe, e non potevano accettarsi come scuse. Allora, si avvicinò a Pesson e gli disse:
— Baron riconosce i suoi torti, egli è là e non mi smentirà.
Ma Baron non pronunciò verbo.
Rimproverato Pesson di non essersi accontentato delle scuse offerte da Vincent in nome di Baron, risponde al presidente:
— Vi chiedo, signor presidente, se dopo l’insulto che avevo ricevuto, il più grave che a un uomo d’onore possa farsi, io non avevo il diritto di fare il difficile e se non potevo chiedere delle scuse personali e spontanee. L’avvocato Vincent ripetè, è vero, davanti a me, che il signor Baron riconosceva i suoi torti; ma quest’ultimo si ostinò a nulla dire. Non poteva capitare ch’egli si contentasse di lasciar dire al suo padrino, libero in seguito di smentirlo per suo proprio conto?
A questo ragionamento il presidente.... tacque, e Pesson con i suoi compagni se la cavarono a buon mercato!