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Pagina:I Fioretti di San Francesco, A. Cesari, 1860.djvu/177

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di s. francesco 173

che aveva fatti a questo porco. In questo mezzo costui che guardava i porci, e che vide questo Frate tagliare il piede, con grande amaritudine riferi tutta la storia al suo signore, per ordine. E informato costui del fatto viene al luogo de’ Frati, e chiamandoli ipocriti, ladroncelli e falsari, e malandrini e male persone: Perchè avete tagliato il piede al porco mio? A tanto romore quanto costui facea, si trasse san Francesco e tutti li Frati, e con ogni umiltade iscusando i Frati suoi, e come ignorante del fatto, per placare costui, promettendogli di ristorarlo d’ogni danno. Ma per tutto questo non fu però costui appagato, ma con molta iracondia, villania e minacce, turbato si parte da’ Frati, e replicando più e più volte, come maliziosamente aveano tagliato il piede al porco suo: e nessuna esecuzione ně promissione ricevendo, partesi così iscandalizzato. E san Francesco pieno di prudenza, e tutti gli altri Frati stupefatti, cogitò e disse nel cuore suo: Avrebbe fatto questo frate Ginepro con indiscreto zelo? E fece segretamente chiamare a se frate Ginepro, e domandollo dicendo: Aresti tu tagliato il piede a uno porco nella selva? A cui frate Ginepro, non come persona che avesse commesso difetto, ma come persona che gli parea aver fatta una grande carità, tutto lieto rispose, e disse così: Padre mio dolce, egli è vero ch’io ho troncato al detto porco uno piede; e la cagione, Padre mio, se tu vuoi, odi compatendo. Io andai per carità a visitare il tale Frate infermo; e per ordine innarra tutto il fatto, e poi aggiugne: Io si ti dico, che considerando la consolazione che questo nostro Frate ebbe, e ’l conforto preso dal detto piede, s’io avessi a cento porci troncati i piedi come ad uno, credo certamente che Iddio l’avesse avuto per bene. A cui san Francesco, con uno zelo di giustizia e con grande amaritudine, disse: O frate Ginepro, or perchè hai tu fatto cosi grande iscandolo? non senza cagione quello uomo si duole, ed è così turbato contra di noi; e forse, ch’egli è ora per la Città diffamandoci di tanto