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Pagina:I Fioretti di San Francesco, A. Cesari, 1860.djvu/226

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dolore di cuore, accusandosi puramente, senza ricoprire e senza esecuzione; e poi debbe perfettamente adempiere la penitenza, che gli è data ed imposta dal confessore: ed anche si debbe guardare da ogni vizio e da ogni peccato, e da ogni cagione di peccato: ed ancora si debbe esercitare in nelle buone operazioni virtuose inverso di Dio e in verso del prossimo suo; e facendo così, perverrà l’uomo ad istato di grazia e di virtude. Beato quello uomo, il quale averà continovamente dolere delli suoi peccati, sempre piangendoli di dì e di notte con amaritudine di cuore, solamente per la offensione che ha fatta a Dio! Beato quello uomo, il quale avrà sempre avanti gli occhi della mente sua le afflizioni, le pene li dolori di Gesù Cristo, e che per lo suo amore non vorrà nè ricevere alcuna consolazione temporale in questo mondo amaro e tempestoso, per infino a tanto ch’egli perverrà a quella consolazione celestiale di vita eterna, laddove saranno adempiuti pienamente di gaudio tutti i suoi desiderj!

XI. Capitolo della santa orazione.

La orazione si è principio, mezzo e fine d’ogni bene: l’orazione illumina l’anima, e per essa discerne l’anima il bene dal male. Ogni uomo peccatore dovrebbe fare questa orazione ogni dì continovamente, con fervore di cuore: cioè pregare Iddio umilmente, che li dia perfetto conoscimento della propria miseria e delli suoi peccati, e delli beneficii, ch’ha ricevuti e riceve da esso buono Iddio. Ma l’uomo che non sa orare, come potrà conoscere Iddio? E tutti quelli che si debbero salvare, se eglino sono persone di vero intelletto, al postutto fa bisogno che eglino si convertano finalmente alla santa orazione. Disse frate Egidio: Ma se fosse un uomo, che avesse uno suo figliuolo il quale avesse commesso tanto male che fosse condannato a morte, ovvero che fosse isbandito della cittade, certa cosa è, che questo uomo molto sarebbe sollecito di