Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/112

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I Nibelunghi 41

Per la finestra riguardava. Allora
Altro sollazzo non chiedea. Saputo
520S’egli avesse però che il contemplava
Quella che in core avea, gaudio bastante
Avuto sempre egli ne avrìa. Se lei
Veduto avesser gli occhi suoi, ben questo
Io vo’ saper che miglior cosa mai
525Toccar non gli potea su questa terra.
     Quando, presso agli eroi, nell’ampia corte
Ei si tenea, come pur fan le genti
Per lor sollazzi, in tale atto d’amore
Stava il figliuol di Sigelind, che a lui
530Molte fanciulle eran devote ornai
Per affetto del cor. Ma quei pensava
Molte fiate ancor: Come potrìa
Tanto avvenir che con questi occhi miei
Vegga l’inclita vergine ch’io tanto
535Amo del cor da tanto tempo? Ancora
Ella m’è ignota, e rimaner qui deggio
Dolente e tristo! — Quando per la terra
Andavan cavalcando i re possenti,
Tutti ad un punto i cavalieri ancora

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