Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/156

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I Nibelunghi 85

Io mi morrei. — Per questi suoi pensieri
125Più fiate ei si fe’ rapidamente
Acceso in volto e pallido. E si stava
In tale atto d’amor di Sigemundo
Il vago figlio, qual se immagin fosse
D’abil maestro dalla man dipinta
130Su pergamena ad arte. E si dicea
Da la gente di lui che sì leggiadro
Mai non fu visto armigero guerriero.
     Ma chi venìa con le matrone, ratto
Scender fea dalla via da tutte parti
135I circostanti; e fecero cotesto
Molti guerrieri. Le donzelle adorne,
Di fiero cor, di gioia e di contento
Furon cagione, e furon viste allora
Donne leggiadre assai pomposamente
140Di vesti ornate. Di Borgogna intanto
Dicea sire Gernòt: Quei che vi offerse,
Gunthèr, dolce fratello, il suo servigio
Tanto cortese, cortesìa da voi
Abbiasi agli altri cavalieri innanzi,
145Tutti, ned io giammai di tal consiglio