Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/204

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I Nibelunghi 133

320Forti noi sempre ci chiamammo; e intanto
Di qual mai foggia perderem la vita,
Noi, cui trarranno in manifesto esizio
In questo suol le donne! E mi corruccia
L'alto dolor che addotto quì mi sia.
325Che se avesse nel pugno l’armi sue
Hàgen fratello ed io m’avessi l’armi,
Con dolcezza dovrian in loro orgoglio
Di Brünhilde le genti comportarsi
Tutte davver! Sappiate voi di certo
330Che in guardia elli starian. S’anche ben mille
Giuramenti avess’io per questa pace
Giurati qui, pria che morir vedessi
Il mio dolce fratel, dovria la vita
Perder cotesta sì leggiadra donna.
     335Liberi e sciolti questa terra noi
Potremmo abbandonar, così rispose
Hàgen fratello, se gli usberghi nostri
Avessimo, di cui, nella distretta,
Abbiam necessità, coi nostri brandi
340Acuti e buoni. Mansüeto allora
Di tal virago si farìa l’orgoglio.