Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/210

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I Nibelunghi 139

E per l’arti sue belle ebbe di tanto
In sè vigor, che nell’ardito salto
Prence Gunthèr portò con sè. Ma il salto
Era compiuto, ma la pietra immane
455Là si giacea, nè altri si vide allora
Fuor che Gunthero valoroso e prode,
Ond’è che in volto si fè rossa e accesa
Per disdegno Brünhilde. Allontanata
Di re Gunthero avea l’acerba morte
460Per tal’arte Sifrido; e la fanciulla,
Ratto che vide a l’estremo del cerchio
Incolume l’eroe, con alta voce
A’ suoi consorti così disse: Voi
Rapidamente v’accostate, voi
465Congiunti e amici miei. Tutti dovete
Farvi soggetti a principe Gunthero.
     Gli ardimentosi dalla man lasciaro
Cader loro armi, ed uomini valenti
A’ piè gittârsi di Gunthero illustre,
470Della burgundia terra. Elli credeano
Che compiuto egli avesse il fatal gioco
Col vigor di sua mano. E il nobil prence,