Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/261

Da Wikisource.
190 I Nibelunghi

Occhi lucenti sì turbate? Voi
Ben dovreste allegrarvi a bello studio
Da che la terra mia, li miei castelli,
265Sottomessi vi son con molti prodi.
     A bello studio lacrimar degg’io,
Rispose a lui la vergine leggiadra,
Chè intorno al cor mi sta grave un dolore
Per la sirocchia vostra. E qui la veggo
270Seder vicina a un de’ famigli. Sempre
Degg’io pianger però, ch’ella è di tanto
Umilïata e offesa. — E re Gunthero
Così le disse: Or voi silenzïosa
Restatevi di ciò. Vogl’io narrarvi
275Questo racconto in altro tempo, o donna,
Perchè mai la mia suora al pro’ Sifrido
Io concedessi. Viversi mai sempre
Felice ella potrà col valoroso.
     E quella disse: Cruccianmi ad ogn’ora
280La sua bellezza e il far cortese. Lungi,
Fin che dato mi fosse, io volentieri
Fuggirei, perchè mai non dovess’io
Starmi appo voi, quando dirmi non piaccia