Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/368

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I Nibelunghi 297

Ebbero mai tanti servigi. Falso
Animo in cor s’ei non avean, difesi
Erano i forti da ogni danno sempre!
     Prence Sifrido allor dicea: Mi prende
295Meraviglia di ciò, perchè se tanta
Provvigione s’invia dalla regale
Cucina a noi, non portano del vino
I coppieri. Oh, davver! se a’ cacciatori
Miglior pensiero non si dà, compagno
300Non sarò più a cacciar con voi. D’assai
Degno son io che alcun di me si curi.
     Con mente falsa dal suo desco allora
Il re gli disse: Poi che abbiam disagio,
D’uopo è che a voi si faccia volentieri
305Dovuta ammenda. Ciò avvenìa per colpa
D’Hàgen soltanto. Ei volentier ci lascia
Qui di sete morire. — Hàgene allora
Di Tronèga dicea: Dolce mio sire,
Io mi credea che oggi dovea la caccia
310Ire in Spehtsharte, e il vino io là mandai.
Se oggi sarem senza bevanda, oh! quanto
Ad altra volta eviterò cotesto!

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