55Così si fea, Gernòt fu addotto e quello
Giovinetto Gislhero, e amicamente
Ei supplicâr donna Kriemhilde. Allora
Disse Gernòt fra quelli di Borgogna:
Donna, la morte di Sifrido assai 60Troppo a lungo piangete. A voi desìa
Il prence addimostrar ch’ei non l’uccise;
Altri frattanto ad ogni tempo voi
Piangere intende di gran doglia acerba.
Nessuno, ella dicea, questo gli addossa. 65D’Hàgen la destra lo colpì.[1] Quand’ei
Seppe da me dove potea qualcuno
Lui di spada ferir, come potea
Io creder questo, che persona in terra
L’avesse in odio mai? — Deh! l’avess’io 70Evitato, che mai la sua persona
(La regina soggiunse) io non tradissi!
Or io potrei, misera donna, il pianto
↑Gli del verso antecedente si riferisce a Gunthero; lo a Sifrido. Così nel testo, e ha maggior forza.