Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu/255

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614 I Nibelunghi

185A’ suoi nemici innanzi. Egli sedea
Pieno d’angoscia. Che gli valse allora
Ch’egli re fosse? Ma gridava intanto
La possente Kriemhilde appo Dietrico:
     Or m’aitate, nobil cavaliero,
190Alla persona mia per quante sono
Virtù di prenci che venìan da quella
Terra degli Amelunghi! Oh! se m’arriva
Hàgene, sì davver che in mano mia
Ho già la morte! — Oh! come dunque, a lei
195Disse prence Dietrico, io vi dovrìa
Porger soccorso, o nobile regina?
Io di me stesso ho cura, e troppo assai
Ènno crucciati di Gunthero gli uomini
Per ch’io possa qualcuno, in tal momento,
200Render sicuro. — Oh no! prence Dietrico,
Nobile e buono cavalier d’assai!
Lascia, deh! lascia che oggi qui risplenda
L’eletta anima tua, perchè d’aita
Tu mi soccorra qui. Se no, qui morta
205Io resterò. — Grave rancura assai
A Kriemhilde incogliea per tal pensiero.